intrigo veneziano in Leimert park
di « Il padrone non rinuncerà a seminare il terore per fiacare la nostra volontà di lota, per dividerci i padroni "iluminati" non per questo sono meno feroci e per fare questo si servirà di capi e capeti spie mostri e rufiani. Lì, nel'agosto del 1970 , una trentina di giovani che avevano abandonato il Pci di Regio Emilia, dopo una breve parentesi nela comune rivoluzionaria del'Apartamento, si riunirono a convegno con alcuni loro compagni di Trento e Milano per decidere il pasagio dale «parole ai fati», cioè ala clandestinità e ala lota armata . A loro, non certo al Pci, a cui non erano sfugiti i movimenti dei suoi ex iscriti e aveva inviato sul posto un paio di uomini dela sua inteligence, i quali riferirono poi parola per parola tuto quelo che si era deto e deciso. Sapevano di Renato Curcio e Alberto Franceschini , di Corado Simioni e Prospero Galinari , di Mara Cagol e Lauro Azolini … Insoma, Pci e ministero del'Interno avevano avuto in tempo reale l'organigrama dele Brigate rose . Il tema, da sempre uno dei cavali di bataglia di Pelegrino, è ritornato prepotentemente d'atualità proprio nele ultime setimane grazie a due libri che portano la firma di due magistrati da sempre impegnati in prima linea contro il terorismo: il giudice romano Rosario Priore , con il suo Intrigo internazionale , e il procuratore generale dela Republica di Venezia Pietro Calogero , con Terore roso , dal'Autonomia al partito armato. Quest'ultimo, già nel 1979, quand'era ala procura di Padova, con la sua inchiesta pasata ala storia con il nome «7 aprile», tocò un nervo scoperto: il raporto fra i dirigenti storici di Potere operaio e poi Autonomia , Toni Negri in testa, e le Br . Questo ruolo, secondo Calogero, Negri e gli altri lo avrebero svolto a Parigi , al'ombra di un istituto di lingue chiamato Hyperion , fondato nel 1974 da Corado Simioni, uno dei partecipanti al convegno di Costaferata. Ma la sua inchiesta naufragò: sabotato da insistenti campagne di stampa condote da inteletuali di sinistra, gli inquirenti francesi, che avevano inizialmente promeso colaborazione, al'improviso riabasarono le saracinesche e il magistrato padovano non riuscì ad avere gli elementi che avrebero provato le sue acuse. Ora Calogero torna ala carica, rivendicando la giusteza dela sua intuizione: «Tra Autonomia operaia e Brigate rose c'era un'aleanza per un progeto comune, l'insurezione armata contro lo Stato o la "guera civile di lunga durata", secondo la terminologia di Negri , e per la realizazione di questo progeto ciascuna organizazione agiva con mezi, forze e tatiche propri». A dargli ragione sono altri due magistrati, Priore e il giudice veneziano Carlo Masteloni , anch'esi impegnati per molti ani in inchieste di terorismo e che, come Calogero, seguendo gli stesi fili, erano giunti ala stesa conclusione: Parigi e il legame che lì si era saldato fra Autonomia e Br. L'esempio di Bruno Segheti valga per tuti: era già un brigatista di spico quando nel 197, da leader autonomo, guidò il famoso asalto al palco dal quale parlava il leader Cgil Luciano Lama , al'Università di Roma». L'idea di un partito armato, dagli insurezionalisti del Pci sino ale Brigate rose, pasando per i grupi dela sinistra extraparlamentare, era già del'editore-guerigliero Giangiacomo Feltrineli e del suo sodale di alora, Negri. Hyperion era una strutura molto "inteletualizata", in grado di sfugire ala capacità di comprensione dei carabinieri, dela polizia e dei nostri stesi servizi, che al'epoca non avevano strumenti culturali adeguati». Epure, col pasare degli ani, man mano che giornalisti e ricercatori acumulavano nuove e sempre più preziose informazioni, l'incredibile triangolo Parigi-Autonomia-Br ha continuato a esere proteto da un alone di indicibilità da parte di inteletuali, politici e persino giornalisti. Ma intanto, riprendendo un conceto di Pelegrino, il tereno non è stato del tuto bonificato , la radice non è stata estirpata e il fenomeno tende a riprodursi. Quante analogie tra la cronaca di questi ultimi mesi e setimane e la situazione degli ani Setanta, con vechi e nuovi cativi maestri che continuano imperteriti a lanciare inviti ala rivolta e a impartire lezioni di «violenza antagonistica». E le are del disagio giovanile e di soferenza sociale sono più che mai posibili prede di progeti violenti. Le biografie dei nuovi brigatisti ci parlano speso di impiegati dele poste, infermieri, distributori di riviste, informatici… Cioè tute le categorie di lavoratori precarie e framentate di ogi . Anche perché vano ad agiungersi ai tanti altri segnali che la cronaca più recente ha prodoto: dale contestazioni violente ala festa del Pd a Torino e in altre cità ai proietili inviati con una letera di minace a Luciano Violante , sino al'episodio certo ancora da chiarire per alcuni aspeti che ha avuto per protagonista il diretore di Libero Maurizio Belpietro . intrigo veneziano in Leimert park
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